giovedì 25 settembre 2014

[Recensione] Come lacrime nella pioggia di Sofia Domino

Titolo: Come lacrime nella pioggia
Autore: Sofia Domino
Editore: Autopubblicato

Genere: Narrativa
Numero pagine: 281
Data pubblicazione: 19 maggio 2014
Prezzo: gratuito (per leggerlo inviate una mail a sofiaromanzo@yahoo.it)
Blog dell'autrice: http://sofiadominolibri.blogspot.it

Trama
A ventidue anni Sarah Peterson è una comune ragazza di New York, appassionata di fotografia e di viaggi.
A quindici anni Asha Sengupta è una giovane ragazza indiana, venduta come sposa da suo padre.
D’improvviso il presente di Sarah s’intreccia con quello di Asha. L’amicizia tra due ragazze, diverse ma uguali, spiccherà il volo. Non solo Sarah si ritrova, con il suo fidanzato, a vivere per lunghi periodi in un villaggio remoto dell’India, ma scoprirà che cosa si nasconde in un Paese magico e allo stesso tempo terrorizzante.
Asha farà di tutto per lottare per i suoi sogni, per avere dei diritti paritari a quelli degli uomini e per continuare a studiare, perché non vuole sposarsi così giovane, e non vuole sposare chi non ama. Sarah si schiererà dalla sua parte, ma nel suo secondo viaggio in India scoprirà che Asha è scomparsa.
Liberarla dalla trappola in cui è caduta, per Sarah diventerà un’ossessione.
Un romanzo che fa luce su una verità dei giorni nostri, una storia di violenze, di corruzioni, di diritti negati. Una storia sull’amicizia.
Una storia in grado di aprire gli occhi sull’India, il Paese peggiore in cui nascere donna.


Recensione 
Non è stato facile leggere questo libro, in modo particolare nella parte intermedia. Non perché sia scritto male, ma per le cose che accadono a una delle protagoniste, Asha Sengupta, una povera ragazza indiana, ingenua e sognatrice, verrà portata via dal suo villaggio con la promessa di un avvenire migliore, di un lavoro e, soprattutto, della libertà. 
Il libro è suddiviso in tre parti: nella prima la voce narrante è Sarah Peterson, una giovane newyorkese, fidanzata con un ragazzo di origini indiane. Abhai. Sono in procinto di sposarsi, quindi Sarah vorrebbe visitare il villaggio nel quale il suo fidanzato è nato. 
E' un viaggio lungo e dispendioso sia di risorse economiche, sia a livello di energie e sono entrambi agitati ed elettrizzati allo stesso tempo. 
Purtroppo, arrivati al villaggio, le aspettative di Sarah sono deluse, dal rigido comportamento degli uomini nei confronti delle donne. Qui conosce Asha, una triste ragazzina, dagli occhi neri, pieni di speranza e voglia di vivere una vita diversa da quella che è destinata a subire: a quindici anni è già promessa sposa a un uomo molto più grande di lei. 
Nei piccoli villaggi indiani, di mentalità retrograda, la donna non conta niente, anzi, se in una famiglia nasce una bambina, viene considerato una vera e propria disgrazia. Non riesco a comprendere come nel 2014 possano esistere ancora realtà del genere, dove la donna è costretta a subire qualsiasi sopruso e violenza dagli uomini (padri, mariti, o futuri mariti) ed essere vendute come merce di scambio o come oggetti alle aste. 
Sarah farà di tutto per cercare di cambiare le cose, anche se non ha fatto i conti con il gruppetto di uomini meschini e subdoli che governa e dirige le sorti del villaggio. 
La seconda parte, quella più tremenda dal punto di vista emotivo, è narrata da Asha. Ne subisce di tutti i colori, e non è stato semplice leggere tutta la violenza e la crudeltà alla quale è sottoposta giorno dopo giorno, solo per essersi ribellata al volere del padre e del futuro suocero. L'autrice è riuscita a descrivere le emozioni provate da Asha e i suoi tormenti interiori, in un modo profondo e riflessivo. Nonostante Asha sia privata della sua libertà e dei suoi diritti, il pensiero della promessa che le ha fatto Sarah quando si sono salutate per l'ultima volta, la fa andare avanti, con gli occhi vuoti e lucidi, con l'anima ferita, dilaniata, deturpata e spenta, ma col cuore ancora forte e combattivo.
La terza e ultima parte è scritta ancora dal punto di vista di Sarah. Torna in India, insieme al fidanzato e al padre di quest'ultimo, che sofferente per una malattia al cuore, ha deciso di rivedere i luoghi da dove proviene e dove ha vissuto fino a una ventina di anni prima. Purtroppo, Sarah, non è ben voluta dagli abitanti del villaggio. Si prendono gioco di lei, raccontandole bugie sul destino di Asha. Ma alla fine scoprirà la dura verità e cercherà di aiutarla in qualsiasi modo, anche mettendo a rischio la sua stessa vita. 
Un bel libro ricco di avvenimenti, descrizioni di paesaggi meravigliosi e suggestivi - visti attraverso le foto scattate da Sarah - altri un po' meno, dove la desolazione regna sovrana. Tutto ciò è raccontato molto bene e nei particolari, soprattutto per quanto riguarda i nomi e le usanze tipiche del luogo e le tradizioni (per certi versi discutibili e obsolete, ma pur sempre tradizioni). 
Una nota di disappunto, forse, è che in alcuni tratti c'è un eccessivo utilizzo di avverbi che terminano con -mente. (Lo hanno fatto notare anche a me, nelle bozze dei miei vecchi scritti, quindi adesso cerco di stare molto attenta a questo particolare. E comunque, è una cosa normale, senza un editor a disposizione. Spero che questo consiglio sia gradito e non preso come critica, perché non è quella l'intenzione) e la ripetizione costante di questa frase "il mio fidanzato", ogni volta che riportava i dialoghi di Abahi o che raccontava qualcosa che lo riguardava. Sostituirlo con il nome, forse sarebbe stato meglio. Questo piccolo appunto, è del tutto soggettivo, però. Sono cose di poco conto, vista la trama efficace e "potente". Per il resto, lo stile scorre veloce e, nelle parti meno crude e dolorose, è piacevole da leggere. 


Valutazione:
Copertina: 7 (è di una tristezza infinita, ma riassume bene la trama)
Trama: 8
Stile: 7




Allora, che ne pensate? Lo leggerete o lo avete già letto? Fatemi sapere le vostre impressioni! :)
Un saluto,
Tania

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